Ritagli per un album di fotografie senza di noi by Natalia Borges Polesso

Ritagli per un album di fotografie senza di noi by Natalia Borges Polesso

autore:Natalia Borges Polesso [Polesso, Natalia Borges]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Wordbridge Edizioni
pubblicato: 2024-09-15T00:00:00+00:00


Signora Convalescenza

Tutti la conoscevano per le sue convalescenze omeriche. Un dolore ai denti non era mai solo un dolore ai denti. Era invece una catastrofe sanitaria, una cosa eccezionale, una sindrome rara. Lo stesso accadeva per un mal di testa, una piccola infezione, un livido o semplice stanchezza. La chiamavano signora Convalescenza. Credo che nessuno sapesse il suo vero nome, tanto era anziana. Si sapeva soltanto che era una signora molto malata che da anni viveva sola in quella casa di legno vecchia quanto lei. Al contrario degli edifici che si ergevano nei dintorni, la casetta si trovava in un quartiere tranquillo e, da qualche tempo, molto elegante. Del passato restavano solo un magazzino, uno dei pini dell’ospedale e la fermata dell’autobus con la pubblicità di un supermercato e un numero di telefono a sei cifre. Il resto era tutto nuovo: condomini, case ristrutturate, piante e giardini ornamentali, cantieri appena aperti con l’insegna “Visitate il nostro showroom”.

La signora Convalescenza stava male già molto prima della costruzione dei palazzi, o almeno così diceva. Una volta fece scomodare l’intero vicinato per farlo assistere ai postumi del suo presunto ictus. Oggi dico presunto ma all’epoca ne rimanemmo tutti sconcertati. Di fronte a casa sua, la signora Convalescenza si lamentava con la bocca storta di quanto precario fosse il sistema sanitario in Brasile. Se non ci fossero stati così tanti ritardi, le avrebbero diagnosticato l’“aneurisma” in tempo e l’avrebbero curata nel migliore dei modi. Come prova del suo dolore, la signora Convalescenza sollevava ancora il braccio tutto contorto. Un’altra volta toccò all’unghia del piede. Un tumore! Un tumore all’alluce. E la signora Convalescenza andava su e giù per la strada zoppicando. Gemeva, gridava dal dolore ma non smetteva di camminare. A chi le chiedeva se ci fosse una speranza di cura, lei si grattava il viso con uno sguardo accigliato e rispondeva, guarda, è difficile dirlo, sembra che sia un condroma, un tumore che non è stato ancora molto studiato e di cui esistono solo due casi in tutto il mondo: uno in Germania e l’altro qui, in questa strada, sul mio piede. Difficile. Ci volle del tempo, chiaro, ma la signora Convalescenza riuscì a guarire. Tuttavia i suoi problemi non erano certo finiti e ancora prima di essersi completamente ristabilita dal “tumore”, la borsite si stava già manifestando. E non era una borsite qualsiasi ma un caso estremamente doloroso e impossibile da curare. Non riusciva neanche a infilarsi le maniche della camicia e per questo a volte la vedevamo per strada con le maniche a penzoloni. E poi si sentì male di nuovo. Era una mattina molto fredda e la signora Convalescenza aveva deciso per il suo bene di non alzarsi da letto troppo presto. Tremava. Chiese a una nipote di farle visita e, non appena la ragazza arrivò, si fece portare una borsa dell’acqua calda poiché non si sentiva molto bene, aveva dolori e brividi. Chiamarono persino il dottore che abitava nella villa all’angolo ma lui non trovò nulla che non andasse. Le consigliò comunque di stare a riposo.



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